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Le traduzioni, quelle fatte bene...

BI Como
Postato il: 03/01/20
Tempo di lettura: 1 minuto, 59 secondi


Premessa imprescindibile: la foto è vera ed è stata scattata a Como, in pieno centro, nell’agosto di qualche anno fa. I riferimenti al nome e alla posizione del ristorante sono stati doverosamente (e pietosamente) omessi perché preme concentrarsi sul peccato, più che sul peccatore.

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Tante, troppe volte, ci troviamo di fronte a cartelli come questo e non è una cattiva abitudine solo italiana. Nel suo libro “L’inglese: nuove lezioni semiserie” (2001:214 e segg.), Beppe Severgnini dedica una parte a quel che si può definire “inglese d’hotel” offrendo un saggio divertente, ma al contempo inquietante, sulle comunicazioni rivolte alla clientela.

Gli avvisi sotto riportati sono stati raccolti dalla Air France in giro per il mondo e “per il divertimento dei passeggeri”. Qualche esempio: “Please leave your values at the Front Desk" (Parigi); “Visitors are expected to complain at the office between the hours of 9 and 11 A.M. daily” (Atene); “You are invited to take advantage of the chambermaid” (Giappone); “Our wines leave you nothing to hope for” (Svizzera.)

 Dopo l’esilarante elenco di chicche linguistiche, il “gioco” procede con la traduzione letterale degli avvisi (che, sempre per rispetto, ometteremo), e si conclude con una pietosa correzione degli stessi: “Please leave your valuables at reception”; “Guests are requested notify any complaints to the office between 9 am and 11 am (Monday-Sunday); “You are invited to use our chambermaid service” e “Our wines are all you could wish for”.

Le conclusioni che si traggono da questa attività solo apparentemente ludica rivelano ancora una volta quanto sia importante impostare la comunicazione su basi chiare e linguisticamente corrette. Quando ci rechiamo in albergo o in un  ristorante, soprattutto di una certa categoria ( ma non solo), ci aspettiamo aspetta innanzitutto un servizio che rispecchi la qualità della struttura: cortesia, pulizia ed efficienza del personale.    Tuttavia, la correttezza linguistica nell’espressione in lingua straniera non rientra quasi mai nel parametro dell’efficienza coi risultati visibili agli occhi di tutti e, spesso, dai risvolti ilari.

Saper scrivere anche un semplice cartello senza traduttore automatico non è una missione impossibile, e un albergatore/ristoratore (o un dipendente) in grado di farlo possono conferire il tocco che fa la differenza.






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