
BI Como
Postato il: 15/06/17
Tempo di lettura: 3 minuti, 27 secondi
La virgola la conosciamo tutti, giusto?
Ma qui non parliamo della solita, forse banale e conosciutissima, virgola. Si tratta della mamma di tutte le virgole, la famigerata Virgola di Oxford!
Ma andiamo con ordine e facciamo un esempio.
Sono andato al cinema con i miei amici, Anna e Paolo.
E qui voglio sapere un NUMERO però! In quanti siete andati al cinema? Sei andato con Anna e Paolo (che sono i tuoi amici) oppure Anna e Paolo sono due persone in più, che si sono aggiunte ai tuoi amici?
La confusione regna sovrana e speriamo almeno il film sia stato piacevole! Ma secondo il più classico e scontato copione Marvel-style viene in nostro soccorso un supereroe: LA VIRGOLA DI OXFORD. Altrimenti conosciuta anche come virgola seriale... che già come definizione ha un che di inquietante...
Ma basta farla calare dall'alto e l'orizzonte si rischiara. Se la mettiamo infatti dopo Anna, nella frase sopra il risultato sarà
Sono andato al cinema con i miei amici, Anna, e Paolo.
Quindi eravate un bel gruppetto di persone! Voilà, tutto chiaro adesso?!? Forse no, ma andiamo avanti.
Stabiliamo prima di tutto chi è questo supereroe....
La Virgola di Oxford (Oxford comma) è stata introdotta dalla case editrice Oxford University Press, di proprietà dell'omonima e celeberrima università. La "causa" della Oxford Comma è perorata nel loro manuale di stile nella scrittura e sposata anche da molte istituzioni britanniche e americane. Anche il New York Times è un suo convinto sostenitore.
La sostanza è che stiamo parlando della virgola prima della congiunzione in una frase con più elementi: A, B, C, and D (la virgola prima di and è la nostra amica oxfordiana).
In italiano ci insegnano da piccoli che prima della congiunzione e (and) la virgola NON si mette. Ma in inglese spesso viene usata per fare chiarezza, tenendo presente che i sostantivi per loro non hanno genere e quindi maschile o femminile non vengono distinti dopo un articolo indeterminativo.
Per capirci: Anna è un'insegnante oppure Paolo è un insegnante. Per noi è ovviamente scontato l'apostrofo nella distinzione del genere (toh, sempre di virgola in fondo si tratta...). L'inglese semplifica e in entrambe i casi è Anna (Paolo) is a teacher.
Quindi la nostra ormai amica Virgola di Oxford, in un elenco di cose, può esserci d'aiuto per capire meglio il significato di una frase.
Torniamo un attimo però all'applicazione pratica:
Dedico questo blog ai miei genitori, Peppa Pig e dio.
Sorvolando un attimo sull'esempio mooolto forzato e sulla dedica fantasiosa, io però leggendo capisco che i miei genitori sono Peppa Pig e dio. Ovviamente è almeno inverosimile ed eviterei pure di commentarla. Ma sappiate che abbiamo un problema (e non è Peppa Pig...)
Se invece scriviamo con la Virgola di Oxford diventa:
Dedico questo blog ai miei genitori, Peppa Pig, e dio.
Lo so che non vi ho convinti. E quindi? Ma serve davvero questa benedetta Virgola di Oxford?
La risposta è che dipende dai casi. Ci sono frasi in cui può aiutare a capire subito il significato, in altri a complicarlo ulteriormente e in altri ancora in cui è del tutto ininfluente.
Quindi, la risposta è che bisogna adoperare il buon senso affinché il significato della frase arrivi correttamente ai nostri interlocutori e quindi in questo caso probabilmente la migliore soluzione sarà "girare" la frase:
Dedico questo blog a Peppa Pig, a dio e ai miei genitori.
Ohh, adesso è chiaro!
Quindi nella vostra prossima discussione filosofico-concettuale tra amici a cena potrete fare sfoggio della vostra sopraffina puntualizzazione. Citando la Virgola di Oxford a seconda delle vostre convenienze e convinzioni. O anche per lanciare sfide sibilline del tipo:
Mi piacciono le squadre vincenti, il Milan e l'Inter!
Bene, adesso che avete imparato la regola, il senso reale a questa datelo voi. Anche se nel caso specifico, più che parlare di virgole, si dovrebbero aprire ulteriori parentesi; forse capitoli... Ma è un'altra storia....
Alla prossima!